martedì 6 novembre 2007

HALLOWEEN!

Non mi piace la morte.

Anzi, ad essere onesto la detesto proprio.

Questa minaccia incombente che rende tutto relativo e provvisorio, e che ci fa diventare creature piccole, illuse nel voler perseverare a cercare di lasciare un segno del nostro passaggio.

Ci danniamo inutilmente, è questo il punto.

Speriamo che esistano modi e forme per crearci una qualche forma di immortalità, e la scrittura, non ve lo nascondo, è una delle maniere più egocentriche e autoriferite per provarci, ma poi sappiamo che arriva la morte, e nella migliore delle ipotesi la nostra eternità sarà limitata al ricordo.

Un ricordo comunque breve, che sarà estinto in qualche decennio, esaurito il quale spariranno anche le ultime testimonianze, e la nostra esperienza terrena, a tutti i livelli, potrà considerarsi conclusa.

Ottimista.

Un inguaribile ottimista.

Considerazioni di Halloween, una festa che la morte dovrebbe esorcizzarla, rimetterla al suo posto, ridurla ai minimi termini.

Chissà.

Forse ha ragione lei.

Forse è così che dovremmo vederla la morte. Come l’atto finale di quel fantastico gioco che è la vita. Come un qualcosa che prima o poi succederà, ma che fino a quel momento ci lascia il campo libero.

Vista così la morte non è affatto male. Diventa quasi un diversivo, quel colpo di scena che ci impedisce di annoiarci, e che ci fa amare la vita proprio per la sua piccola, e limitata nel tempo, brevità.

Per questo ho aperto una bottiglia e ho brindato alla morte: perché la signora con la falce mi accompagni senza disturbarmi, e mi prenda soltanto quando lo riterrà opportuno.

Avanti negli anni, ci mancherebbe.

E senza farmi troppo male, possibilmente.

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