domenica 25 novembre 2007

BORN TO RUN

Nella vita, alla fine, ci si stanca di tutto. Questo mi ha detto un’amica, riferendosi probabilmente a quell’enorme fardello che definiamo “quotidianità”, quell’insopportabile zavorra che fa sì, come ho scritto una volta, che la vita non sia nient’altro che lo stesso giorno ripetuto per trecentosessantacinque volte all’anno.E quindi mi sono imposto di cambiare direzione. Di uscire dagli schemi. Di maturare un atteggiamento “bulimico” nei confronti delle cose, non lasciandomi spazi, aggredendo il tempo, accumulando più cose possibili, persone, luoghi, situazioni, stati d’animo, emozioni. Tutto fuorché la noia, potrebbe essere il leit motiv che accompagna questa nuova consapevolezza. Consumandomi forse un po’, perché impedire al nostro divenire di riscoprirsi statico comporta inevitabilmente il fatto che ci viene negato il lusso di fermarsi. Ma va bene così. Perché non ho né tempo, né voglia di fermarmi adesso: lo farò più tardi, quando tutto rallenterà e la stasi diventerà condizione prioritaria. Baby, we were born to run, diceva Bruce Springsteen. Ragazza, siamo nati per correre. E quindi voglio correre, fino a quando i polmoni non mi faranno male. E continuare ancora. Fino alla fine. Fino alla morte.

martedì 6 novembre 2007

HALLOWEEN!

Non mi piace la morte.

Anzi, ad essere onesto la detesto proprio.

Questa minaccia incombente che rende tutto relativo e provvisorio, e che ci fa diventare creature piccole, illuse nel voler perseverare a cercare di lasciare un segno del nostro passaggio.

Ci danniamo inutilmente, è questo il punto.

Speriamo che esistano modi e forme per crearci una qualche forma di immortalità, e la scrittura, non ve lo nascondo, è una delle maniere più egocentriche e autoriferite per provarci, ma poi sappiamo che arriva la morte, e nella migliore delle ipotesi la nostra eternità sarà limitata al ricordo.

Un ricordo comunque breve, che sarà estinto in qualche decennio, esaurito il quale spariranno anche le ultime testimonianze, e la nostra esperienza terrena, a tutti i livelli, potrà considerarsi conclusa.

Ottimista.

Un inguaribile ottimista.

Considerazioni di Halloween, una festa che la morte dovrebbe esorcizzarla, rimetterla al suo posto, ridurla ai minimi termini.

Chissà.

Forse ha ragione lei.

Forse è così che dovremmo vederla la morte. Come l’atto finale di quel fantastico gioco che è la vita. Come un qualcosa che prima o poi succederà, ma che fino a quel momento ci lascia il campo libero.

Vista così la morte non è affatto male. Diventa quasi un diversivo, quel colpo di scena che ci impedisce di annoiarci, e che ci fa amare la vita proprio per la sua piccola, e limitata nel tempo, brevità.

Per questo ho aperto una bottiglia e ho brindato alla morte: perché la signora con la falce mi accompagni senza disturbarmi, e mi prenda soltanto quando lo riterrà opportuno.

Avanti negli anni, ci mancherebbe.

E senza farmi troppo male, possibilmente.