domenica 10 febbraio 2008

AMEN

Ho sempre snobbato la musica italiana.
Non che non mi piacesse, ci mancherebbe, ma l'ho spesso considerata come una derivazione di cose che venivano da altre parti, quasi che in Italia si fosse incapaci di sperimentare, di creare nuovi suoni.Da un po' di tempo a questa parte però ho dovuto ricredermi.Dapprima con l'album dei Marlene Kuntz, che ho trovato affascinante e doloroso, quasi disperato e per questo spaventosamente bello, e adesso con il nuovo dei Baustelle, che continuo a propinarmi in heavy rotation, geniale sintesi tra ricerca e esigenze commerciali, il tutto tradotto in quindici pezzi capaci di intrigare tanto l'ascoltatore sofisticato quanto il pubblico, enorme, delle radio.I Baustelle hanno fatto con la musica quello che a me piacerebbe fare con la scrittura: riuscire a costruire un prodotto per le masse ma nello stesso tempo in grado di trasmettere talento, idee, originalità e genio.Ambizioso, no?Consigliare un pezzo non serve a nulla, non su un disco così tecnicamente e stilisticamente perfetto: molto meglio mettere il CD nel lettore e godersi appieno i sessanta minuti della durata di AMEN
Vi assicuro che ne vale davvero la pena.